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Diana Johnstone *

 

Le guerre imperialiste si combattono per conquistare paesi, popoli, territori. Le guerre di gangster si combattono per sbarazzarsi dei concorrenti. Nelle guerre di gangster si lancia un avvertimento oscuro, poi si spaccano le finestre o si brucia tutto.

La guerra di gangster è quella che combatti se sei già il boss e non vuoi lasciare che nessun altro mostri i muscoli nel tuo territorio. Per i "don" di Washington il loro territorio può essere quasi dovunque, ma il suo cuore è l’Europa occupata.

Per una inquietante coincidenza, succede ora che Joe Biden sembri un boss della mafia, parli come un boss della mafia, esibisca quel mezzo sorriso sghembo dei boss della mafia. Basta guardare il video su Twitter ora famoso :

Presidente Biden : “Se la Russia invade … allora non ci sarà più alcun Nord Stream 2. Vi metteremo fine.”

Reporter : “Ma come lo farete, esattamente, dal momento … che il progetto è sotto il controllo tedesco ?”

Presidente Biden : “Lo prometto. Riusciremo a farlo.”

Capace ne è di certo.

È costato milioni posare sul fondo del Baltico il gasdotto Nord Stream 2 che parte dalle vicinanze di San Pietroburgo e arriva al porto di Greifsfeld in Germania. L’idea era quella di assicurare forniture certe di gas naturale alla Germania e agli altri partner europei scansando il territorio della problematica Ucraina , nota per la sua predisposizione ad utilizzare i suoi diritti di transito per risucchiare il gas per sè o per ricattare i clienti.

L’Ucraina, naturalmente, è sempre stata risolutamente contraria al progetto. Così come gli Stati Uniti. Ma anche la Polonia, i tre stati baltici, la Finlandia e la Svezia, tutte guardinghe su quanto succede nel loro mare.

Il Mar Baltico è uno specchio d’acqua quasi chiuso, con un angusto accesso all’Atlantico attraverso stretti danesi e svedesi. Le acque prossime all’isola danese di Bornholm, dove i gasdotti sono stati sabotati da potenti esplosioni sottomarine, sono sempre sotto costante sorveglianza militare dai paesi costieri.

“Pare del tutto impossibile che un attore statale possa portare a termine un’importante missione navale, senza essere notato, nel bel mezzo di un’area monitorata da innumerevoli sensori attivi e passivi degli stati litoranei ; certamente non può essere stata condotta direttamente al largo dell’isola di Bornholm, dove danesi, svedesi e tedeschi si incontrano nel sorvegliare ogni attività marina e sottomarina,” scrive Jens Berger nell’eccellente sito web tedesco Nachdenkseiten.

Lo scorso giugno, riporta Berger,

“le annuali manovre Baltops della NATO hanno avuto luogo nel Mar Baltico. Sotto il comando della 6a Flotta USA, quest’anno hanno partecipato alle esercitazioni 47 navi da guerra, compresa una forza navale USA che affiancava la portaelicotteri americana Kearsarge. Di particolare significato è stata una particolare manovra condotta dalla Task Force 68 della 6a Flotta - un’unità speciale del corpo dei Marines USA esperta nella posa di ordigni esplosivi e in operazioni sottomarine – squadra che dovrebbe essere presa in considerazione per prima quando si consideri un atto di sabotaggio su un gasdotto sottomarino.”

Nel giugno di quest’anno è stata proprio quest’unità a essere impiegata in una esercitazione al largo dell’isola di Bornholm in operazioni nelle quali sono stati usati veicoli sottomarini senza equipaggio.

Berger ritiene che una operazione di sabotaggio importante “non avrebbe potuto essere portata a termine, senza che nessuno la notasse, direttamente sotto il naso di alcuni stati costieri.” Aggiunge anche questa osservazione acuta : “Se vuoi nascondere qualcosa, è meglio che tu la faccia in pubblico.”

Per attaccare un ordigno esplosivo a un gasdotto, c’è bisogno di una scusa plausibile – una ragione per immergersi vicino a Bornholm senza venire immediatamente sospettati di predisporre un sabotaggio. Intanto l’operazione non deve essere temporalmente correlata al momento dell’esplosione. Gli ordigni esplosivi moderni possono, naturalmente, venire fatti detonare da remoto. E dunque, chi ha condotto operazioni di questo tipo in quell’area marina nelle settimane recenti ? Fortuna vuole che si trovi esattamente la stessa task force, che operava attorno alla porta-elicotteri americana Kearsage, di nuovo in mare attorno a Bornholm la settimana scorsa.

In breve, nel corso delle manovre NATO, qualche partecipante potrebbe aver collocato gli esplosivi, da far esplodere più tardi, ad un certo momento .

Per una strana coincidenza, solo poche ore dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, sono iniziate le cerimonie per l’apertura del nuovo Condotto Baltico che porta il gas dalla Norvegia a Danimarca e Polonia.

Il significato politico del sabotaggio

Date le sanzioni occidentali contro la Russia, il gas non fluiva già più attraverso i due gasdotti distrutti, ma quello presente al loro interno sta pericolosamente diffondendosi nell’atmosfera. I gasdotti erano rimasti pronti per l’uso nel caso si fosse raggiunto un accordo. E il primo, drammatico significato del sabotaggio è, pertanto, che nessun accordo può venire raggiunto. Il Nord Stream 2 avrebbe potuto essere la chiave per un qualche tipo di intesa tra la Russia e gli europei. Il sabotaggio ha virtualmente annunciato che la guerra si può solo intensificare e che nessuna soluzione è in vista.

In Germania, nella Repubblica Ceca e in qualche altro paese, stavano iniziando a crescere movimenti che chiedevano di mettere fine alle sanzioni, in particolare per risolvere la crisi dell’energia mettendo in funzione per la prima volta il Nord Stream 2. Il sabotaggio ha così messo fuori causa la crescente domanda di una pace possibile dei movimenti in Germania e in Europa.

Questo atto di sabotaggio è soprattutto il deliberato sabotaggio di ogni prospettiva di pace negoziata in Europa. La mossa successiva dell’Occidente è stata quella del richiamo immediato, da parte dei governi NATO, dei loro concittadini presenti sul suolo russo. In preparazione di cosa ?

L’hanno fatto i russi

In questa situazione catastrofica, i principali media occidentali si stanno chiedendo su chi ricada la colpa di questo sabotaggio e il sospetto cade automaticamente … sui russi. Motivo : “Per far crescere il prezzo del gas” o “per destabilizzare l’Europa” – cose che stavano avvenendo comunque. Qualsiasi ragione, per quanto improbabile o inverosimile, verrà utilizzata.

I grandi opinionisti europei stanno mostrando il risultato di settantanni di americanizzazione. Specialmente in Germania, ma anche in Francia e in altri paesi, per decenni gli Stati Uniti hanno individuato giovani promettenti, li hanno sollecitati a diventare “giovani leaders”, invitati negli Stati Uniti, indottrinati sui “nostri valori” e fatti sentire come membri della grande famiglia trans-Atlantica. Questi stessi personaggi sono ora collegati come in una rete in posizioni di rilievo nella politica e nei media. In anni recenti, un grande allarme è stato suscitato dai presunti tentativi russi di esercitare “influenza” nei paesi europei, mentre in realtà gli europei sono del tutto immersi e influenzati da un americanismo crescente : cinema, Netflix, cultura pop, influenza nelle università, nei media, dovunque.

Quando un disastro colpisce l’Europa, non può venire incolpata l’America (escluso l’ex Presidente Trump, che l’establishment americano ha disprezzato e respinto, per cui possono farlo anche gli europei). La colpa deve essere del cattivo del film, Putin.

L’ex-ministro degli esteri polacco, il fanaticamente anti-russo Radek Sikorsky, non è riuscito a trattenersi e ha salutato con gioia le massive fuoriuscite di gas naturale dai gasdotti distrutti con un riconoscente tweet : “Grazie, USA”. Ma anche la Polonia certamente l’avrebbe desiderato e forse persino sarebbe stata in grado di farlo. E così forse altri paesi nelle terre-NATO. Ma tutti preferiscono – in pubblico – gettare “sospetti” sulla Russia.

Ufficialmente, fin qui, nessun governo NATO conosce l’autore del sabotaggio. O forse lo conoscono tutti. Forse è come nel famoso giallo di Agatha Christie sull’Orient Express, dove i sospetti cadevano su tutti i passeggeri e questi erano in realtà tutti colpevoli. Ma solidali nell’omertà.

 

* Pubblicato da Consortium News :  https://consortiumnews.com/2022/09/28/diana-johnstone-omerta-in-the-gangster-war/

(traduzione Silvio Calzavarini)

 

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