Sergio Ferrari *

 

La fine della guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere vicina. Si stanno quindi rafforzando varie ipotesi sui costi della ricostruzione e, in questo contesto, sul futuro delle cosiddette “terre rare” ucraine. Che cosa accadrà ai suoi giacimenti minerari? Sarà questo il prezzo da pagare per compensare gli aiuti militari che Kiev ha ricevuto negli ultimi tre anni e che continuerà a ricevere in futuro dagli Usa?

Minerali strategici

Alla fine di aprile, il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato un accordo con la sua controparte statunitense, delineando una tabella di marcia e alcune opzioni. Secondo diversi organi di stampa, tra cui la BBC britannica, si tratta di "un accordo storico per lo sfruttamento delle risorse minerarie del paese europeo" attraverso la creazione di un Fondo di investimento per la ricostruzione dell'Ucraina. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che “questa partnership economica mette i nostri due Paesi in grado di lavorare in modo collaborativo e di investire insieme per garantire che le nostre risorse, i nostri talenti e le nostre capacità reciproche possano accelerare la ripresa economica dell’Ucraina” ( https://www.whitehouse.gov/fact-sheets/2025/05/fact-sheet-president-donald-j-trump-secures-agreement-to-establish-united-states-ukraine-reconstruction-investment-fund/ ) .

In base a questo accordo, entrambi i Paesi contribuiranno in egual misura al Fondo e, oltre agli investimenti diretti, Washington potrebbe fornire ulteriore sostegno sotto forma di armi. In una prospettiva a lungo termine, questo Fondo investirà capitali in progetti minerari e di sfruttamento di risorse naturali, nonché nelle infrastrutture correlate. Parlando ai giornalisti, il presidente Donald Trump ha affermato che l'iniziativa fornisce garanzie sul contributo di Washington allo sforzo bellico ucraino: "Oggi abbiamo raggiunto un accordo in base al quale otterremo, in teoria, molto più dei 350 miliardi di dollari [investiti finora nel sostegno militare all'Ucraina], ma volevo essere protetto".

Già nell'ottobre 2024 Zelensky aveva aperto la porta alla possibilità di un simile accordo. Il suo progetto, allora denominato Piano della Vittoria, composto da cinque punti e tre allegati segreti mai resi pubblici, affermava nella Sezione 4 che "l'Ucraina offre ai suoi partner strategici un accordo speciale per la protezione congiunta delle risorse critiche del Paese, nonché per investimenti congiunti e lo sfruttamento di questo potenziale economico". Secondo Kiev, "si tratta di risorse naturali e metalli critici per un valore di migliaia di miliardi di dollari, tra cui uranio, titanio, litio, grafite e altre risorse di valore strategico, che forniscono un vantaggio significativo nella competizione globale". Questa sezione del Piano è completata da uno degli allegati segreti condiviso solo con i “partner designati”.

Gli altri punti del Piano della Vittoria anticipavano il desiderio di incorporare l'Ucraina nella NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico), rafforzare la capacità difensiva di Kiev, l'impiego sul proprio territorio di un pacchetto completo di deterrenza strategica non nucleare (accompagnato da un allegato segreto condiviso solo con Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia e Germania) e, infine, uno sul periodo postbellico. Quest'ultimo propone un possibile e nuovo sistema di mercenari continentali, con "la sostituzione di alcuni contingenti militari statunitensi di stanza in Europa con unità ucraine con reale esperienza nella guerra moderna, nell'uso di armi occidentali e nella cooperazione con le truppe della NATO" ( https://www.president.gov.ua/en/news/plan-peremogi-skladayetsya-z-pyati-punktiv-i-troh-tayemnih-d-93857 ).

Né terre né rare: minerali ambiti  

L'analisi di questo accordo porta automaticamente al concetto di terre rare, che può dar luogo a interpretazioni errate. Come sottolinea un recente articolo del Cuaderno de Cultura Científica, terra è un termine arcaico utilizzato in chimica per descrivere elementi che si presentano in natura sotto forma di ossidi. Non ha nulla a che vedere con il terreno (suolo) in quanto sedimento più superficiale della crosta terrestre. Il termine raro viene automaticamente associato alla scarsità, sebbene in realtà questi elementi siano molto comuni sul pianeta, più abbondanti di metalli come l'oro. Tuttavia, sono presenti in piccole concentrazioni nei minerali e nelle rocce e la loro estrazione è complessa.

Secondo una vasta gamma di fonti, l'Ucraina potrebbe detenere fino al 5% delle riserve mondiali di questi minerali essenziali per i principali settori industriali e per la transizione verso un'energia rinnovabile e sostenibile. Costituisce una fonte importante in un settore monopolizzato dalla Cina, che controlla quasi il 70% dell’estrazione mondiale delle terre rare ( https://www.youtube.com/watch?v=x3-d5vjzyEI ).

Sebbene le informazioni siano trattate con la massima riservatezza, si ritiene che l'Ucraina possieda almeno sei dei diciassette elementi delle terre rare: scandio, utilizzato nell'industria aerospaziale; lantanio, utilizzato nella fabbricazione di batterie, televisori e sistemi di illuminazione, e cerio, essenziale nell'industria del vetro. Inoltre, il neodimio, utilizzato nelle turbine eoliche e nelle batterie dei veicoli elettrici, l'erbio, essenziale nella costruzione di laser per trattamenti clinici, e l'ittrio, utilizzato nei radar, nelle apparecchiature di comunicazione e nelle luci LED a basso costo.

Le terre rare fanno parte anche dei cosiddetti minerali critici, un gruppo più ampio di elementi chimici essenziali per la sicurezza, l'economia e la transizione energetica. Si dice che l'Ucraina detenga il 7% della produzione mondiale di titanio (essenziale nell'edilizia e nell'industria aerospaziale) e un terzo delle riserve di litio europee (essenziale per la produzione di batterie). D'altro canto, le sue riserve di grafite, importanti per elettrodomestici, componenti meccanici e batterie, collocano l'Ucraina tra i cinque paesi del pianeta con le maggiori riserve di questo semimetallo ( https://www.france24.com/es/programas/medio-ambiente/20250228-cu%C3%A1les-son-las-tierras-raras-que-tiene-ucrania-y-que-estados-unidos-tanto-desea ).

Il sottosuolo ucraino: relativizzarne il valore

Secondo i termini dell'accordo, metà dei futuri profitti dello Stato ucraino derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali saranno destinati al Fondo di investimento per la ricostruzione . In uno studio pubblicato nella seconda settimana di maggio, lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) solleva diverse questioni in merito al potenziale di queste risorse, nonché alla loro distribuzione. Si nota che nel 2023 lo Stato ucraino ha ricevuto solo circa 1,5 miliardi di dollari di entrate legate ai prodotti del suo sottosuolo ( https://www.sipri.org/commentary/essay/2025/mineral-spoils-ukraine-poor-foundation-peace-and-recovery ).

Anche da una prospettiva postbellica, il SIPRI ritiene che le stime ampiamente diffuse secondo cui l’Ucraina possiede decine di miliardi di dollari di ricchezza mineraria “siano state ampiamente screditate” perché “si basavano su calcoli e speculazioni poco trasparenti e su dati di prospezione obsoleti risalenti all’era sovietica ”. E sostiene che l'accordo si basa anche su diversi presupposti errati e idee miopi. In primo luogo, non è affatto chiaro se il settore minerario ucraino abbia un potenziale significativo di entrate inaspettate. In secondo luogo, la Russia blocca attivamente l'accesso a importanti risorse minerarie nei territori occupati, assorbendo al contempo queste risorse del sottosuolo, insieme alle industrie correlate e persino alle strutture di esportazione, nelle proprie reti economiche. D'altro canto, la precedente affermazione degli Stati Uniti secondo cui l'Ucraina possedeva terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari "sembra scaturire dal nulla". Il mercato globale di tutti i minerali chiave considerati essenziali per la transizione verso l'energia verde (cobalto, rame, grafite, litio e nichel, nonché terre rareammonta a meno di 500 miliardi di dollari all'anno. In realtà, la maggior parte del valore dell'Ucraina per il Fondo per la ricostruzione sembra risiedere in idrocarburi o combustibili minerali come il gas naturale.

Allo stesso tempo, lo studio del SIPRI riconosce che l'Ucraina possiede depositi di molti dei minerali considerati essenziali. Ad esempio, avrebbe uno dei più grandi giacimenti di litio d'Europa. Tuttavia, altri stati europei che attualmente possiedono anch'essi abbondanti riserve di litio incontrano difficoltà nel raggiungere la fase di estrazione, anche senza subire le conseguenze di una guerra sul loro territorio. Allo stesso modo, la produzione ucraina di grafite, manganese e titanio è, e continuerà a essere, importante per mitigare la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento occidentali. Tuttavia , questa importanza non è necessariamente correlata ai ricavi, poiché la domanda e i mercati per i minerali critici di nicchia tendono ad essere estremamente ridotti.

Il SIPRI conclude che sia gli Stati Uniti sia la Russia possiedono riserve significativamente maggiori dell'Ucraina in molte categorie di minerali critici di interesse globale, tra cui le terre rare. E minimizza i potenziali impatti positivi: gli Stati Uniti, come molte altre economie avanzate, hanno difficoltà a trovare fonti di investimenti diretti per progetti estrattivi, anche a livello locale.

Le priorità dell'amministrazione Trump di rilocalizzare le catene di approvvigionamento e aumentare la produzione interna sono in conflitto con l'idea di incoraggiare i deflussi di capitali all'estero, anche se diretti verso un presunto partner strategico. Inoltre, i profitti potenziali sono molto poco allettanti perché il tempo medio di esecuzione dei progetti minerari è di decenni, anche in ambienti privi di conflitti. In Ucraina, tutto ciò è aggravato dal fatto che in molte aree i nuovi progetti minerari dovranno attendere che il territorio venga prima bonificato. In altre parole, nonostante tutte le voci su un lauto profitto derivante dall'accordo minerario per gli Stati Uniti o l'Ucraina, secondo SIPRI le prospettive economiche appaiono poco chiare.


L'Europa, attualmente teatro di una delle due guerre peggiori degli ultimi 80 anni al suo interno (l'altra drammatica è stata la guerra dei Balcani, tra il 1991 e il 2001), vede la fine dell'attuale conflitto avvicinarsi. Il prossimo capitolo sarà la ricostruzione dell'Ucraina, con costi enormi per gli alleati della NATO. Gli Stati Uniti si sono mossi rapidamente e hanno definito il loro gioco: far pagare Kiev con le risorse naturali del proprio sottosuolo. Si trasferisce così all'Europa occidentale l'enorme responsabilità di una ricostruzione estremamente costosa, che tutti i contribuenti pagheranno con ingenti costi sociali aggiuntivi.

 

 

* Traduzione a cura del Gruppo insegnanti di Geografia Autorganizzati. Journaliste RP/periodista RP, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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