Lelio La Porta

 

La considerazione che hanno nel nostro paese le norme transitorie della Costituzione è, molte volte, più transitoria delle norme stesse. Tanto per essere chiari, l’attributo “transitoria” non sta a significare valida soltanto per un certo tempo ma vuol dire esattamente il contrario. Pur non essendo costituzionalisti, da semplici cittadini che non hanno dato le dimissioni dall’impegno civile e politico, sembra di capire che è proprio attraverso le norme transitorie che la legge costituzionale diventa normativa ordinaria, assumendo, perciò, il contenuto della normativa stessa e rimanendo in vigore senza limiti.

 

“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Ritroviamo questo testo nella quarta di copertina di un volume frutto della ricerca scrupolosa e appassionata del Dipartimento Antifascismo del Partito della Rifondazione Comunista: Dodicesima disposizione. Fascismo e neofascismo: conoscerli per combatterli (Nuova edizione ampliata, Bordeaux, Roma, 2023, pp. XV-254, €20,00).

            Nella prima parte del lavoro, Il fascismo e l’antifascismo, viene raccontata la genesi del fascismo storico a partire dalla prima guerra mondiale fino alla sua sconfitta e alla promulgazione della Costituzione. Nella seconda parte, Il neo-fascismo, i tentativi di golpe, le stragi, procedendo dalla nascita del Msi a Piazza Fontana, dal golpe Borghese a piazza della Loggia a Brescia, senza sottovalutare il brigatismo rosso e il caso Moro, fino al razzismo neofascista dei nostri giorni, viene ripercorsa la storia del nostro paese lastricata dei delitti “neri” nel nome, va sottolineato, di quello che fu uno dei segni distintivi della Repubblica a matrice democraticocristiana, conservatrice e reazionaria, ossia l’anticomunismo. Va letta, a proposito del neo-fascismo razzista degli Anni Duemila, l’intervista a Saverio Ferrari, dell’Osservatorio democratico delle Nuove Destre, risalente all’agosto del 2022, quindi recentissima.

Il volume ha come obiettivo primario proprio la battaglia contro le narrazioni false e menzognere. Basterebbe il sottotitolo per rendersene conto: conoscere il fascismo e il neofascismo per combatterli. Ma non basta. Leggendo le pagine dedicate alla strage di Piazza Fontana che causò 17 morti e 88 feriti, ci si chiede in modo abbastanza legittimo: perché il giorno della memoria delle vittime del terrorismo è stato indicato nel 9 maggio e non nel 12 dicembre? E questo può valere per altri eventi fino all’ultima istituzione, la giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini, fissata al 26 gennaio, battaglia della Nikolajewka, dimenticando, con un meccanismo definito da alcuni “rovescismo”, che gli alpini erano stati mandati in Unione Sovietica da un regime alleato del nazismo per occupare e invadere in una prospettiva anticomunista.

Questa seconda edizione del volume, ampliata rispetto alla prima, è impreziosita dalla Prefazione di Raul Mordenti nella quale viene chiarito, a partire dal principio che la verità è sempre rivoluzionaria, che non si tratta di un’operazione propagandistica bensì di un lavoro militante. Com’è ovvio e giusto, Mordenti prende di petto la situazione politica attuale ricordando che il Msi è la vera matrice del partito di Giorgia Meloni che, proprio per questo, mantiene quella fiamma nel suo simbolo. Sottolinea Mordenti come questi sgovernanti impongano al paese «le loro leggi padronali, xenofobe, repressive, omofobe e patriarcali-tradizionaliste».

Un’ultima riflessione su coloro che dovrebbero essere i primi, anche se non unici, destinatari di questo lavoro: i giovani. Chi, fra coloro che hanno qualche anno, non ricorda le squadracce armate dei “camerati”, guidati da Almirante e Caradonna, davanti alle Facoltà dell’Università di Roma? Ebbene chi è stato vittima di quelle violenze o soltanto di esse testimone deve consigliare ai giovani di leggere questo libro tenendone continuamente presente l’esergo costituito da una lettera di Gramsci al figlio maggiore Delio. In questa lettera il comunista sardo scrive di scuola e di storia. Scrive, quindi, per il figlio e per tutti quei giovani che, nella scuola, studiando la storia, imparano a conoscere il fascismo, in tutte le sue forme, per combatterlo; proprio come suggerisce il libro Dodicesima disposizione.

 

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