Angelo d’Orsi*

Il 4 aprile 2022 l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha diffuso il seguente comunicato:
“L’ANPI condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.

“Questo comunicato è osceno, e infanga i valori della Resistenza”, è l’incipit del commento di Paolo Flores d’Arcais, direttore di “MicroMega”, mentre a me è parso un comunicato di buon senso, e di civile rigore. In un editoriale sul sito della rivista, invece di sostenere la linea della ricerca della verità, Flores la dà per assodata, e chiede, dopo una profluvie di insulti ai dirigenti ANPI e di volgarità contro i russi, reclama una Norimberga per processarli (e poi? pena di morte?): un editoriale di una rozzezza e di una violenza che può fare invidia ai fogli più osceni del bellicismo italiota.

E meno male che Flores si è sempre presentato come il campione del razionalismo neoilluministico! Ma che cosa chiedeva Romain Rolland nel 1914 quando si scatenò nel mondo della cultura, in tutta Europa, la canea bellicistica? Chiedeva agli intellettuali di stare “al di sopra della mischia”, non al di fuori, ma al di sopra, cercando di non cedere alle passioni nazionali, e di non perdere il lume della ragione critica. E che cosa invocava Antonio Gramsci, negli anni di quella stessa guerra? La necessità della verità: ad ogni costo.

Flores non ha dubbi, e “l’eccidio” di Timisorara, e la provetta del falso antrace di Colin Powel, e le fosse comuni qua e là attribuite ai nemici di turno di USA-NATO, non gli hanno insegnato nulla, a quanto pare. Lui la verità ce l’ha in tasca. Lui rappresenta la razionalità laica. E incarna la Verità e forse il Verbo. Aveva ragione il compianto padre Ernesto Balducci quando nel 1991 denunciava le “disavventure della cultura laica”: anche allora c’era stata la levata di scudi dei guerrafondai che incitavano a combattere il nuovo “feroce Saladino”, come veniva presentato Saddam Hussein. Allora il papa (Karol Woytila) si schierò clamorosamente, convintamente, contro la guerra (“Fermatevi, in nome di Dio!”, forse qualcuno lo ricorderà), contro l’aggressione USA-NATO all’Iraq. E nessuno gli diede retta, come oggi nessuno dà retta a papa Francesco, a cominciare dai nostri governanti pronti a farsi il segno della croce, a genuflettersi e a cospergersi di acquasanta, e parlare di “valori”, alludendo a quelli incarnati da Gesù Cristo. Allora, Flores e “MicroMega” furono in prima fila contro il papa e per la guerra. Un editoriale di quell’epoca, firmato da Flores, mentre gli occidentali bombardavano un popolo, recitava: “Pacifismo, papismo, fondamentalismo: la santa alleanza contro la modernità”. La modernità, invero, era proprio l’Iraq, un Paese progredito, il più “moderno” tra i Paesi arabi, che oggi, dopo le due aggressioni di Bush padre (1991) e di Bush figlio, del 2003, è un Paese a pezzi e dove la vita umana non vale più nulla. Lo stesso dicasi per Afghanistan, Siria, Libia…

Ovunque l’Occidente (USA-NATO-UE) abbia deciso di “esportare la democrazia” ha portato l’inferno. E in tutti quei casi la propaganda è stata decisiva per giustificare interventi militari ingiustificabili. Quelle distruzioni, quei morti, ricadono anche sulla testa di intellettuali che hanno incitato, hanno approvato, hanno sostenuto. Stupisce che un libero pensatore, un ammiratore di Voltaire, perda in modo così plateale proprio il lume della ragione e si scateni contro l’ANPI, rifiutando precisamente l’esercizio della ragione. E si lasci andare a frasi inaccettabili, ricorrendo a termini di una pesantezza sconcertante. Paolo, ma che ti è accaduto? Il tuo odio per Putin ha accecato la ragione? Che cosa chiede l’ANPI? Quello che ogni persona di buon senso, in particolare chi fa professione di intellettuale, dovrebbe avere. Chiede di evitare di cadere una volta ancora nelle trappole della propaganda, chiede una commissione indipendente di inchiesta, come la stessa ONU, ridestatasi dal letargo, ha proposto, e come la Federazione Russa ha richiesto a sua volta. (Non del Tribunale dell’Aja, la cui attendibilità è del tutto dubbia). E allora? Era il caso di scatenarsi così platealmente contro l’ANPI? Aggiungo che già il titolo è assurdo e offensivo (Le Fosse Ardeatine!) e la richiesta di un nuovo Processo di Norimberga per i russi colpevoli! Dunque di nuovo il ricorso alla facile analogia storica che assimila Putin a Hitler, i russi non ai tedeschi, bensì ai nazisti. E tutto quello che stanno facendo e hanno fatto per un quindicennio gli ucraini, contro le popolazioni del Donbass, non dovrebbe essere preso in considerazione? E le torture e le violenze, stupri compresi, praticati ora, non nel 2014, dall’esercito ucraino e non solo dal Battaglione Azov, torture e violenze documentate, non vanno tenute in nessun conto? Ma come si può smarrire in tal modo il senso critico? Persino l’impaginazione con una foto del presidente ANPI, Gianfranco Pagliarulo, un po’ buffa, vorrebbe essere uno sberleffo volgare. E come non sottolineare che Flores nella sua violenta e sgangherata requisitoria si lasci andare a espressioni di un razzismo insopportabile? Ecco un esempio della sua prosa, degna di Giampaolo Pansa quando denigrava i partigiani: “Le “truppe ‘asiatiche’ di Putin”, i russi “macellai”, massacratori, violentatori, i quali “costretti a ripiegare perché respinti dalla resistenza eroica delle inferiori armi ucraine, sfogano sui civili inermi la loro bestiale frustrazione di “liberatori” mancati, la loro mostruosa rabbia di “trionfatori” sconfitti: trucidare vecchi, violentare donne prima di sterminarle, e l’orrore vieta di dire il destino di alcuni bambini”.

In calce pubblico l’intero articolo. E dico a Flores: Caro Paolo, certo, su “MicroMega” hai ospitato anche voci dissenzienti, ma questo tuo Editoriale per quanto mi riguarda è talmente orrendo, che mi sento obbligato a rompere ogni rapporto con la rivista, dopo 18 anni di collaborazione strettissima.  Se questo è l’antifascismo, e non quello dell’ANPI, io sto con l’ANPI (o con la sua parte maggioritaria, che difende i valori della pace); se la tua è manifestazione di esercizio critico della ragione, io me ne dissocio. E ti dico che tu hai voltato le spalle a quella cultura del dubbio critico che mi ha insegnato il mio Maestro Bobbio.

 

* fonte: https://angelodorsi.wordpress.com/2022/04/08/quando-lintellettuale-rinuncia-alla-ragione-a-proposito-di-flores-e-di-micromega/.

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