Giuliana Sgrena *

 

La verità. Tutti si impegnano a cercarla, come sempre, di fronte all’assassinio di «servitori dello stato» diventati «eroi». I giornali «aprono gli occhi» sull’Africa ma li chiuderanno subito dopo la sepoltura delle salme. Difficilmente si scoprirà cosa si nasconde veramente dietro l’agguato teso al convoglio del World Food Programme. Che trasportava anche l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Ipotesi diverse, plausibili che lasceranno il posto all’oblio. Come in molti altri casi.

Lelio La Porta

 

Friedrich Engels nacque a Barmen, un sobborgo di Wuppertal, il 28 novembre del 1820. Si recò in Inghilterra per volontà del padre (un importante industriale) per compiervi un tirocinio commerciale. Qui entrò in contatto con la realtà dell’economia industriale sviluppata e con quella forma di socialismo che egli stesso, in seguito, definì “utopistico” (Proudhon, Fourier, Owen).

 

Antonio Gramsci, Scritti sul partito

a cura di Ruggero Giacomini

 

Per il centenario della nascita del Partito Comunista d’Italia è appena uscito per le edizioni MarxVentuno il libro Antonio Gramsci. Scritti sul partito, a cura di Ruggero Giacomini.

 Rodrigo Andrea Rivas

  “Vinceremo, vinceremo noi, i più semplici, vinceremo, anche se tu non lo credi, vinceremo”

            Pablo Neruda, “Ode all’uomo semplice”

 

Recalcitranti fascisti definiscono la nuova strategia golpista. Senza Paparino Donald sembra più dura

Oggi [8 novembre 2020, ndr] Luis Arce ha assunto l’incarico di Presidente della Bolivia, per il quale è stato eletto grazie alla storica vittoria democratica del 18 ottobre scorso.

La notte di giovedì 5 novembre è scoppiata una carica di dinamite nella sede del Movimento al Socialismo (MAS) a La Paz mentre il presidente eletto era riunito col suo gruppo di lavoro.

In perfetta sincronia è iniziato una due giorni di blocchi stradali e scioperi a Santa Cruz, la provincia più ricca del paese e bastione dell’ultradestra, contro l’assunzione del governo da parte di Arce.

 

Massimo Congiu

 

Le manifestazioni polacche contro la sentenza della Corte costituzionale votata a inasprire ulteriormente le già restrittive regole esistenti nel paese in materia di aborto, sono state descritte come le più imponenti dalla svolta politica del 1989. Una protesta lunga e appassionata che al momento ha ottenuto come risultato il rallentamento da parte del governo delle operazioni legate all’attuazione della sentenza che vieterebbe l’aborto anche in caso di grave malformazione del feto. L’esecutivo appare in difficoltà e ci si chiede se si stia davvero preparando a compiere un passo indietro.

 

Coordinamento di Democrazia Costituzionale di Bari

 

La battaglia del NO non finisce qui

Vogliamo in primo luogo ringraziare le cittadine e i cittadini che hanno scelto di contribuire con il loro impegno a un risultato del No comunque importante.

L’ampio vantaggio conseguito dal Sì nel voto referendario non cancella la debolezza degli argomenti portati a sostegno. I risparmi risibili, i confronti con l’estero falsati e fuorvianti, i guadagni di efficienza indimostrati e indimostrabili rimangono tal quali.

Parimenti rimangono i danni certi alla rappresentanza di regioni piccole e medie e forze politiche minori.

 Lelio La Porta

 

“Questo no! Resta qui!”: così mi ha detto qualche tempo fa Giuseppe Prestipino quando, insieme ad altri amici, abbiamo raccolto su sua richiesta i volumi della sua biblioteca per trasferirli dove piaceva alla sua volontà. Tutti i libri dovevano essere sistemati negli scatoloni tranne uno: La montagna incantata di Thomas Mann. È l’unico classico che Prestipino ha sempre continuato a leggere in formato cartaceo. Una passione particolare per la vicenda e per i protagonisti, per lo scontro fra Settembrini e Naphta, per l’autore del romanzo.

Il «ground zero» della pax americana

Alberto Negri

(il manifesto, 15.9.2020)

Trump, i ministri degli Emirati, del Bahrain e il premier israeliano Netanyahu celebrano oggi alla Casa Bianca il nuovo «ground zero» della pax americana. Come gli Emirati anche il Bahrain ha scelto di seppellire il piano saudita Abdallah del 2002.

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