Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

 

Eleonora D'Andrea

 

Il superamento degli schemi ideologici di desta e sinistra, virtù primaria rivendicata dai nuovi movimenti che si inseriscono nel quadro politico, riporta al centro del dibattito il concetto di populismo e “gli approcci anche molto differenti rispetto ai principali problemi contemporanei, dalla distribuzione delle risorse, all'accoglienza dei migranti, al rapporto con gli Stati nazionali e la loro crisi.”, come spiega Guido Liguori, curatore, nella prefazione del libro Gramsci e il populismo (Edizioni Unicopli, Milano, 2019).

 Salvatore Tinè

 

Il libro di Ruggero Giacomini Il processo Stalin (Castelvecchi, 2019) costituisce un importante contributo ad una riflessione critica sul ruolo e le stesse responsabilità personali di Stalin in alcuni dei momenti insieme più drammatici e controversi della storia dell’URSS degli anni ’30 e ’40. La prospettiva da cui tale riflessione viene sviluppata si differenzia infatti radicalmente da un’ottica puramente e aprioristicamente demonizzante o criminalizzatrice della figura di Stalin, favorendo piuttosto una valutazione critica di essa non solo più oggettiva e fondata sulla documentazione storica oggi disponibile ma anche più attenta alla straordinaria complessità e contraddittorietà degli oggettivi processi storici in cui la direzione politica del dirigente comunista si dispiegò lungo quei due terribili decenni.

 

Marco Paciotti

 

La testimonianza di Hans Modrow, storico dirigente della SED e ultimo capo del governo della Repubblica Democratica Tedesca, viene tradotta per la prima volta in italiano da Manuel Guidi, in un testo pubblicato da Mimesis in occasione del trentennale della caduta del muro di Berlino[1]. Il libro suscita interesse in virtù della sua distanza prospettica dalla retorica dominante, che lo rende un contributo significativo alla discussione sulla fine del socialismo reale nella sua variante tedesco-orientale.

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