Francesco Violante *

«Quando si sbaglia nell’analisi si sbaglia anche nell’orientamento politico»

(P. T., Lezioni sul fascismo)

 

Moriva il 21 agosto 1964 a Jalta, in Unione Sovietica, Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano.

Delle molte lezioni che la biografia intellettuale e politica di Togliatti offre, vorremmo qui richiamarne solo alcune. In primo luogo, la consapevolezza che nessun compromesso sia possibile tra l’essere un rivoluzionario e un intellettuale avulso dalla realtà; una consapevolezza che, attraverso un momento di crisi interiore, tra 1922 e 1923, e poi lungo l’esperienza nel Comintern, in Spagna e tra Italia, Francia e Unione sovietica, forgia nel momento della caduta del fascismo un comunista che rende la «via italiana al socialismo» e il «partito nuovo» due elementi fondamentali della Repubblica.

Unico, tra i segretari di partito, a partecipare alla Commissione dei Settantacinque per la redazione della Carta costituzionale, Togliatti ha così modo di stabilire nella centralità del lavoro, fattore costitutivo della personalità individuale, e dei lavoratori nella democrazia italiana i perni della vita democratica nazionale.

Non c’è contraddizione infatti, in secondo luogo, tra democrazia e socialismo: la democrazia progressiva riconosce i risultati delle conquiste liberali e borghesi sul piano istituzionale e culturale – si pensi alla complessa dialettica con l’idealismo crociano – proponendosi tuttavia di universalizzarle, a beneficio delle classi subalterne in Occidente e nel mondo colonizzato dagli imperi occidentali, e di concretizzarle sul piano materiale ed economico, costruendo al contempo una nuova egemonia culturale attraverso la riflessione di Gramsci.

Un continuo spostamento in avanti degli equilibri in senso riformatore e progressista è dunque il risultato della strategia di Togliatti nella società italiana, all’interno di un quadro internazionale segnato dagli inizi della Guerra fredda, dall’adesione al Patto atlantico e dai primi embrioni di istituzioni europee, contro i quali comunisti e socialisti combattono una battaglia tanto lucida da essere confermata dalle vicende degli ultimi anni.

Via democratica e parlamentare al socialismo, dunque, come eredità del pensiero togliattiano e come proposta di sintesi tra specificità storico-culturali dei Paesi occidentali o di tradizione occidentale e marxismo-leninismo: un necessario compito di riflessione svolto dai partiti comunisti in ogni parte del mondo, dalla Cina al Sudamerica, alla stessa Italia.

 

* Docente presso l’Università di Bari, segretario del Pci di Bari.

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