di Michele Prospero

Con la nozione di bonapartismo Marx intende una rottura entro un sistema democratico determinata dalla condotta sleale di organi dello Stato che, con l’emersione di figure carismatiche, approfondiscono le torsioni autoritarie dell’ordinamento. L’analisi del colpo di Stato, con il quale Luigi Napoleone Bonaparte, presidente eletto direttamente dai cittadini, interruppe nel 1852 la vita della Seconda repubblica francese, suggerisce di indagare il nesso tra mobilitazione di massa e caduta di regime, la tensione tra presidenzialismo e parlamentarismo.

Lo sforzo analitico di Marx è volto ad accantonare concetti semplificatori, a cominciare da quello di “cesarismo” che appare nient’altro che come “una superficiale analogia storica”. Esiste una diversità profonda tra i conflitti antichi e quelli moderni, tra la politica romana e quella europea che esclude ogni affrettata analogia nel segno di Cesare. E poi la decisione, la volontà, il calcolo di un singolo attore incidono nei processi ma lo fanno entro circostanze date (fatti, tradizioni, credenze, rapporti di forza). Solo nel quadro di un intreccio complesso di fenomeni sociali e politici è possibile ricavare la funzione del leader che rompe la continuità delle istituzioni.

Nell’ottica di Marx la nozione di Cäsarismus è deviante, occorre scavare oltre le forme fenomeniche della contesa e inquadrare aspetti più durevoli. È vero che nella sua condotta il maestro del colpo di Stato in miniatura rivela tutta “l’incertezza pratica che contrasta in modo comicissimo con lo stile imperativo, categorico, degli atti di governo, ricalcato servilmente su quello dello zio”. Ma questo aspetto comico del personaggio, la sua statura politica non proprio da statista, non devono occultare un dato, cioè la coalizione sociale che con i suoi ritrovati grotteschi comunque il capo con la sua teatralizzazione organizza e guida sino al potere.

La personalizzazione del potere (persönliche Gewalt) per Marx non evoca la comparsa di leader dalle qualità eccezionali. Anzi, la caduta dei regimi liberali avviene a seguito di manovre e volontà di potenza che vedono l’agitazione di personaggi “mediocri e grotteschi”. Entro processi di crisi del regime, spiega Marx, i “popoli lasciano stordire la loro paura segreta da coloro che gridano più forte”. La demagogia, la semplificazione dell’argomentazione diventano dei veicoli politici insidiosi contro cui urtano le deboli frasi della ragione politica tradizionale incapace di mobilitare interessi in una lotta politica di massa.

Nella crisi della rappresentanza sociale, scoppiata entro strutture di potere che svelano una scarsa adattabilità ai mutamenti, affiorano candidature pseudo-carismatiche. La crisi di regime attribuisce un fascino, altrimenti ingiustificato, a personaggi che procedono verso il potere grazie a semplificazioni, scorciatoie, rotture simboliche, simulazioni di decisione, esibizioni di energia. Non manca l’ipoteca del mondo militare che assurge (in un frequente “appello pubblico al potere militare contro il potere parlamentare”) come attore rilevante (si imponeva “l’esercito quale potere decisivo dello Stato”) in un ruolo però di nuovo tipo, quello di supporto a un capo che non si limita a richieste di repressione e accarezza la folla. Marx parla delle parate di Bonaparte come prove di un “regime pretoriano” in cui si fondono autorità, aspettative, simboli, interessi.

La repubblica cede al culto del capo perché ha nel suo corpo delle connotazioni strutturali fragili (sia nel disegno istituzionale sia nelle basi di sostegno al regime) che ne determineranno il crepuscolo. L’analisi di Marx suggerisce di non leggere i processi di caduta del regime come il frutto di un magismo del capo che tracima gli eventi, piega le resistenze. “Non è stata una Circe, ammonisce Marx, a trasformare in mostro come un maleficio il capolavoro della repubblica borghese”. Esistono condizioni politiche e sociali di fondo il cui degrado spiega anche l’emergere di tendenze carismatiche, pronte a sfruttare le fragilità strutturali del sistema sottoposto allo stress della partecipazione politica di milioni di elettori.

Nessun sistema solido e funzionante si lascia troncare l’esistenza dall’iniziativa energica di un leader ambizioso. Un’anomala volontà di potenza del capo riesca a conquistare il potere e a rompere d’incanto le ragnatele costituzionali vigenti perché il sistema è fragile. Un politico mediocre, che Marx dipinge come un semplice “replicante, un surrogato di Napoleone”, conquista il potere perché il degrado della repubblica si era spinto così in avanti che con poco sforzo un leader sleale poteva spezzare il filo fragile della costituzione. Marx lo spiega con efficacia: “Era sufficiente un colpo di baionetta perché la vescica scoppiasse e il mostro apparisse agli occhi di tutti”.

È la debolezza della base sociale di sostegno all’ordinamento repubblicano che spiega l’insorgenza vittoriosa del momento carismatico che sale al potere con l’unzione popolare e resta in carica brandendo la spada e mostrando la carota del plebiscito. Al cospetto di una seduzione imperiale, capace di far rivivere con miti e scenografie gli ormai morti simboli napoleonici, Marx rimarca “l’inerte esaltazione dell’avvenire” compiuta dal campo repubblicano progressista che viene strapazzato dai processi.

Incapaci di comprendere i processi reali, e di avere una connessione con la massa, i democratici non riuscirono a mobilitare le indispensabili potenze sociali. Per questo non si capacitavano del perché la loro moderata ragione, così limpida e coerente, non venisse riconosciuta come meritava dalla folla irriconoscente che cede dinanzi alla teatralità di “un uomo che i suoi avversari stessi riconoscono essere tutt’altro che un mago”. Con le sue formule, i suoi miti, un avventuriero guardato con sufficienza dagli avversari vince la battaglia.

La vicenda a tratti grottesca di Bonaparte non toglie rilievo politico alla sua avventura. La sua stagione viene da Marx sottratta alla facile indignazione morale e inserita entro le regolarità di un sistema politico e sociale di cui egli analizza le componenti costituzionali, le figure economiche, i poteri in conflitto. L’avventuriero vince, ed è un fenomeno politico rilevante per vent’anni, perché, oltre al sostegno dei grandi poteri, ha un fascino legato anche al passato. “La leggenda diventa realtà” e il nipote di Napoleone va al potere sulle orme di miti che incantano di nuovo conquistando la massa rurale.

I protagonisti della repubblica breve non hanno compreso i tratti ancora mobilitanti dell’antica leggenda, la cui riesumazione non appariva una chiacchiera vana ma un bagaglio sempre ricco di interessi reali.

La tradizione storica – nota Marx – ha fatto sorgere nei contadini francesi la credenza miracolistica che un uomo chiamato Napoleone renderà loro tutto il loro splendore. E si è trovato un individuo il quale, dato che porta il nome di Napoleone, ha potuto spacciarsi per quest’uomo.

Perché vince un “replicante”? Perché la sua narrazione rivolta al passato viene creduta come una tendenza che incide nel presente?

La risposta di Marx non differisce da quella di Tocqueville. Il liberale francese parla di Bonaparte come “principe dell’occasione”. E anche Marx ne coglie i tratti della decisione occasionale capace di occupare uno spazio di potere lasciato sguarnito dagli antagonisti incapaci, nella loro difesa delle istituzioni, di connettere ragione politica e interessi sociali.

 

Riferimenti bibliografici

Karl Marx, Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, a cura di Michele Prospero, Roma, Editori Riuniti, 2015.

 

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La formazione integrale in Karl Marx

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Lelio La Porta

 

Marx pone la contraddizione, tipica della società capitalistica, al centro delle sue riflessioni. Lì dove viene introdotto l’uso delle macchine dovrebbe ridursi e, al tempo stesso, potenziarsi il lavoro umano; mentre, e qui si tocca con mano la contraddizione, proprio l’uso delle macchine affama l’uomo e lo costringe ad un accresciuto, spesso bestiale, sforzo lavorativo. Nella realtà ciò che dovrebbe determinare un aumento della ricchezza genera sempre maggiore miseria. La questione dell’assoggettamento della natura all’uomo diventa la questione dell’assoggettamento dell’uomo all’altro uomo.

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Gorbaciov senza Berlinguer, il mancato incontro di due utopie che potevano trasformare il mondo

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Giovanni Casaletto

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo come contributo al dibattito

 

Probabilmente Gorbaciov non avrebbe pensato che sarebbe morto mentre il suo paese invadeva l’Ucraina. E forse con questo e molte altre cose non avrebbe mai voluto fare i conti. Con un pizzico di crudeltà potremmo anche dire che, forse, molte non le ha debitamente messe in conto nella sua azione riformatrice, al punto da non riuscire a governarne gli esiti. Ma questo non vuole certo essere questo un giudizio di valore, perlopiù postumo, sulla sua azione.

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Le ragioni materiali e il percorso storico evolutivo del principio (giuridico) di uguaglianza

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 Mario Cermignani *  

 

  1. Premessa. Unità razionale della realtà materiale e principio di uguaglianza: alcuni aspetti interessanti del pensiero filosofico pre-hegeliano e pre-marxista (Giordano Bruno)

Il concetto ed il principio di uguaglianza formale e sostanziale rappresentano il fondamento razionale giustificativo di un’organizzazione sociale giusta, stabile ed equilibrata; ciò in quanto l’uguaglianza, nucleo logico essenziale del concetto di “giustizia”, intesa (sul piano formale) come ragionevole uguale trattamento normativo di casi e situazioni simili in modo giuridicamente/logicamente rilevante e ragionevole differente trattamento normativo di casi e situazioni differenti in modo giuridicamente/logicamente rilevante, nonché (sotto il profilo sostanziale) come uguale attribuzione dei beni e delle risorse sociali o collettive ad ogni consociato in proporzione ragionevole, equilibrata ed adeguata ai diritti fondamentali, ai bisogni, ai meriti o alle responsabilità di ciascuno, costituisce il presupposto logico e materiale anche del concetto di “equilibrio” e, dunque, di quello di “ordine sociale stabile e razionale”.

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Genocidi indigeni: le scuse del Papa e qualche riflessione a margine

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Leonardo Pegoraro

 

I crimini contro gli indigeni per i quali Papa Francesco ha recentemente e coraggiosamente chiesto perdono nel corso del suo pellegrinaggio penitenziale in Canada si sono verificati attraverso e all’interno di una rete di ‘scuole residenziali indiane’. Ossia istituti ‘educativi’ - campi di concentramento e sterminio, secondo le vittime - che, ispirati al motto assimilazionista: ‘uccidi l’indiano, salva l’uomo’, miravano a eliminare le culture indigene, bollate come 'subumane', e rimpiazzarle coercitivamente con quella ‘superiore’ dei coloni bianchi. Creati e finanziati dal governo canadese e operativi a partire dalla fine dell’Ottocento fino alla fine del secolo scorso, queste scuole vengono date in gestione a chiese cristiane di diversa denominazione: in gran parte alla chiesa cattolica ma anche a chiese protestanti come quella anglicana. 

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La giornata per Nikolajewska, revisionismo e memoria

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Alessandro Portelli*

 

Avevo cercato Bruno Eluisi per il mio libro L’ordine è già stato eseguito, perché mi raccontasse di suo fratello Aldo, militante antifascista ucciso alle Fosse Ardeatine. Ma Bruno Eluisi aveva anche memorie sue, di quando a 23 anni lo avevano mandato a fare la guerra in Russia. «Io so’ partito per la Russia l’11 luglio del ’41 – raccontava – la prima nevicata l’ha fatta a ottobre del ’41; e non ci avevamo niente. Poi so’ arrivati gl’indumenti invernali; con una compagnia fucilieri che eravamo 153-154 persone, so’ arrivati sei cappotti con pelliccia. Naturalmente i cappotti chi se l’ha presi? Gli ufficiali. E che, li lasciavano ai soldati? Poi la compagnia fucilieri ciànno dato 153 preservativi. I muli so’ morti tutti pe’ strada perché al freddo non hanno resistito».

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Gli Scritti etno-antropologici di Marx ed Engels: Presentazione dei curatori

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Ferdinando Vidoni, Stefano Bracaletti

 

Il presente volume delle Opere complete di Marx ed Engels intende anzitutto fornire la traduzione completa dei cosiddetti «Quaderni di etnologia» marxiani, forse più compiutamente denominabili come «Quaderni etno-antropologici». Negli ultimi anni della sua vita, dal 1879 al 1882, Marx allargò infatti i suoi interessi anche alle nuove scienze umane dell’etnologia e di quella che oggi si usa chiamare antropologia culturale o sociale, che si andavano rapidamente sviluppando su uno sfondo evoluzionistico e che offrivano preziosi elementi di collegamento e confronto con il suo «materialismo storico». Compilò così corposi quaderni di Exzerpte o estratti con citazioni, riassunti, commenti da opere soprattutto di Lewis H. Morgan, John Phear, Henry S. Maine, John Lubbock.

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Il radicamento del pensiero antropologico post-moderno nella società contemporanea

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Alessandra Ciattini*

 

Introduzione

Negli ultimi decenni numerose sono state le opere di più o meno grande diffusione, nelle quali si sono analizzate e sono state ampiamente confutate le tesi sostenute dai cosiddetti autori post-moderni, sia pure nella consapevolezza che tale corrente di pensiero non costituisce un filone omogeneo, giacché contiene in sé varianti, sfumature e tendenze non omologabili in uno stesso cliché. Sono convinta, tuttavia, che il noto pamphet di Terry Eagleton (Le illusioni del post-modernismo, 1998) colga nel segno quando individua le debolezze di questo pensiero, soprattutto quando denuncia con vigore la sua incapacità di dare una risposta seria ai drammatici problemi, con cui si confronta la società contemporanea.

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L'antropologia marxista

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Nuestros pueblos originarios han conservado sus raices socialistas
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Concetti basilari

Dalla fine del secolo XIX e lungo tutto il corso del XX la cultura marxista ha raccolto la sfida della descrizione della diversità culturale. Prendendo spunto da alcune delle idee fondamentali degli scritti di Marx e di Engels, alcuni studiosi hanno analizzato istituzioni e strutture sociali appartenenti alle differenti società umane; in alcuni casi, tali analisi hanno reso possibile la formulazione di generalizzazioni e l’elaborazione di teorie antropologico-culturali di carattere generale.

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“Esterno notte”: lo sguardo di Bellocchio sul caso Moro e la crisi della Repubblica

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  Salvatore Tinè   Con "Esterno-notte", Marco Bellocchio ritorna di nuovo dopo “Buongiorno, notte” sul caso Moro, ma questa volta provando a ricostruire la vicenda del sequestro e dell’assassinio del grande statista democristiano non solo nei suoi nessi interni con il più vasto e complesso quadro storico nazionale e internazionale in cui essa si svolse ma anche in rapporto con il processo di crisi dello stato italiano e del potere “democristiano” consumatosi alla fine degli anni ‘70 e di cui rappresentò un momento per molti versi decisivo. Una crisi che nel film ci appare in primo luogo come una crisi ideologica per molti...

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C’era due volte Gianni Rodari: l’omaggio di Alberto Scanzi al “favoloso Gianni”

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  Stefania Burnelli *    Gianni Rodari nasce nel 1920 e scompare all’improvviso a 60 anni, nel pieno delle sue impegnative e variegate iniziative. Nel 2020, centenario della nascita, sono stati innumerevoli gli omaggi editoriali, i tributi e le ricerche pubblicate su di lui (non ultimo il Meridiano Mondadori di 2000 pagine con tutte le Opere a cura di Daniela Marcheschi) e ancora questo gennaio ne sono usciti altri tra cui un’importante monografia di Electa a cura di Vanessa Roghi e Pino Boero.

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Le Poesie giovanili di Volponi tra materialismo e corporalità

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  Gian Luca Picconi   La pubblicazione nella collana bianca Einaudi delle Poesie giovanili di Paolo Volponi, a cura di Salvatore Ritrovato e Sara Serenelli (P. Volponi, Poesie giovanili, a cura di S. Serenelli e S. Ritrovato, Torino, Einaudi, 2020), apre uno squarcio sulle fasi più antiche dell’officina del poeta e sul suo apprendistato letterario contribuendo così a ridefinirne l’immagine e a ristoricizzarne la figura.

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La gig economy protagonista del cinema realista di Ken Loach

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D’Annunzio fra i pastori

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di Salvatore Ritrovato Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh’esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci...

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Diritto internazionale e falsi miti

Categoria: Non categorizzato Hits:18406

 

Domenico Gallo

(da "il manifesto", 22.2.2022)

 

Secondo Karl Schmitt, «una dichiarazione di guerra non è altro che l’identificazione di un nemico». Dopo la scomparsa del nemico storico degli Stati Uniti e dell’Occidente, costituito dall’Unione sovietica, c’è voluto un po’ di tempo per identificare nella Russia il nuovo nemico, in sostituzione di quello che si era dissolto. È un processo che è durato una ventina di anni. È iniziato il 12 marzo 1999 con l’ingresso o meglio con l’estensione della Nato in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria in aperta violazione degli accordi presi con l’ex Unione Sovietica da Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, come risulta dal documento datato 6 marzo 1991 recentemente pubblicato da Der Spiegel.

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Rapporto Oxfam 2023: per la prima volta negli ultimi 25 anni aumentano al contempo disuguaglianze, fame e povertà estrema

Categoria: Articoli Hits:529

Andrea Vento*

L'annuale rapporto dell'organizzazione Oxfam sulla disuguaglianza globale viene regolarmente emesso in concomitanza del Word Economic Forum di Davos in Svizzera, allo scopo di indurre la leadership planetaria a riflettere sui nefasti effetti sociali e ambientali prodotti delle loro politiche, le quali continuano a portare esclusivo vantaggio ad una ristretta elite a discapito della maggioranza della popolazione mondiale.

Quest'anno, i 2.700 leader mondiali fra politici, amministratori delegati delle principali multinazionali e big della finanza presenti alla consueta passerella mondiale, ormai giunta alla 53esima edizione, hanno visto aleggiare sul loro summit l'immancabile ombra delle critiche dei movimenti e del rapporto Oxfam che non casualmente in italiano è stato tradotto in "La disuguaglianza non conosce crisi".

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A proposito de Il Capitale. Il nuovo libro di Paolo Favilli

Categoria: Libri Hits:667

 Salvatore Tinè

 

Il libro di Paolo Favilli (A proposito de Il Capitale. Il lungo presente e i miei studenti. Corso di storia contemporanea, FrancoAngeli 2021) è un immaginario corso universitario di storia contemporanea su Il capitale di Marx, rivolto quindi a un pubblico non solo di studenti ma anche di lettori non specialisti. Come lo stesso titolo ci suggerisce, non è il capolavoro di Marx in quanto tale, come opera puramente teorica e scientifica, a costituire il suo tema specifico.

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Il lavoro dei miners e il feticismo delle criptovalute

Categoria: Articoli Hits:829

Luigi Pandolfi

(da: "il manifesto", 8.1.2022)

 

La crisi del Kazakhstan ha fatto sapere al mondo che questo paese è diventato l’eldorado degli «estrattori» di criptovalute. E’ stimato che nel 2021 si siano trasferite sul suo territorio – dalla Cina soprattutto – ben 90 mila società di «mining» (nei capannoni sparsi nel deserto «lavorano» più di cinquecentomila calcolatori), corrispondenti a circa il 20% del mercato mondiale. Ma che centrano i minatori virtuali con le proteste di piazza di questi giorni? Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare un ripasso sul significato di criptovaluta.

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Il modello di sviluppo consumista

Categoria: Articoli Hits:2013

 Paolo Salvadori

 

"Il bisogno del denaro è il vero bisogno prodotto dall'economia politica" (K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi, Torino 1949 p. 127). Viviamo in un mondo di desideri indotti, in un mondo descritto e forse inventato dalla scienza che lo descrive: la scienza che annovera la "creazione del bisogno" fra i capisaldi teorici del marketing. Il surriscaldamento globale, l'avvelenamento delle falde acquifere, l'inquinamento da micro-plastiche dei mari sono tutte conseguenze del sistema di riproduzione capitalistico, della globalizzazione dell'economia che ha fatto astrazione delle differenze culturali specifiche dei popoli della terra e che ha mercificato ogni aspetto della vita. Se l'avere prevale sull'essere nella cultura contemporanea in parte ciò è dovuto ad un meccanismo proiettivo insito nell'economia politica.

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Per una politica economica critica: il capitalismo contemporaneo secondo Emiliano Brancaccio

Categoria: Libri Hits:2679

 Vincenzo Bello

 

La questione dei vaccini, dalla loro produzione esigua ai ritardi nella distribuzione da parte delle multinazionali e, prima ancora, la pandemia del Covid-19 con la sua gestione, politica ed economica, hanno messo in evidenza le contraddizioni del mondo capitalistico, in particolare quella tra profitto e diritto alla salute, ovvero tra interessi del capitale e democrazia. D’altronde non ci si può aspettare nulla di diverso da un sistema basato sulla pura logica di mercato in cui la determinazione delle quote di vaccini e il loro prezzo viene regolato sulla base della concorrenza e delle forze di mercato. In questo solco si inserisce anche l’affermazione di Letizia Moratti, che vorrebbe distribuire il vaccino in proporzione al PIL. È la ricchezza il criterio che stabilisce la distribuzione dei vaccini.

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Le tesi di Dussel sul populismo

Categoria: Libri Hits:917

Lelio La Porta

 

Enrique Dussel è un intellettuale argentino, naturalizzato messicano, in esilio. È fra i fondatori del movimento Filosofia della Liberazione ed è conosciuto in quanto critico dell’eurocentrismo ed autore di opere importanti su Marx (Metafore teologiche di Marx), di scritti politici (20 tesi di politica), di lavori sul concetto di liberazione, divisi in Etica, Erotica e Pedagogica, che vedranno fra breve la loro comparsa in Italia, grazie al lavoro indefesso di Antonino Infranca, traduttore princeps dell’intellettuale latino-americano. Proprio ad Infranca si devono la traduzione e l’Introduzione di un recente, breve, ma ricco di implicazioni destinate ad una discussione ponderata, saggio di Dussel: Cinque tesi sul populismo (Castelvecchi, Roma, 2021, pp. 57, €. 9,00).

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Traverso e Lukács: note per un dibattito

Categoria: Libri Hits:1406

 

Sabato Danzilli

 

La pubblicazione della nuova edizione inglese di Die Zerstorung der Vernunft (Georg Lukács, The Destruction of the Reason, London, Verso, 2021) merita grande attenzione, perché rende nuovamente disponibile sul mercato anglosassone un testo che, come dimostra la sua traduzione tardiva (la versione di Palmer per Merlin Press, qui ripresa, è soltanto del 1980), non ha mai riscontrato grandi favori, e perché è introdotta da un lungo e interessante saggio di Enzo Traverso. Il suo contributo fornisce molte tracce per una discussione, che si cercherà qui di impostare.

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Il Marx di Berlin

Categoria: Libri Hits:1076

 

Lelio La Porta

 

Isaiah Berlin scrisse una biografia di Karl Marx, la cui quinta edizione viene oggi pubblicata in Italia (I. Berlin, Karl Marx, a cura di H. Hardy, Adelphi, Milano, 2021, pp. 309, € 28,00). Vale la pena di rammentare che non è del tutto esatto scrivere (si veda Robinson del 21 agosto) che il lavoro «appare soltanto adesso in italiano» in quanto la prima traduzione, di Paolo Battino Vittorelli, nella nostra lingua risale al 1967, per La Nuova Italia (che ripubblicò il testo nel 1994 con una revisione della traduzione condotta sulla base della quarta edizione del 1978), ed è la stessa riproposta oggi, con l’aggiunta, come sottolinea il curatore Hardy, di «note autoriali», che risalgono alla revisione del testo operata da Berlin nel 1978, e «note redazionali» in cui sono inseriti anche i rimandi alle opere di Marx in italiano alle quali l’autore fa riferimento.

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Il “nuovo” Marx di Roberto Fineschi

Categoria: Libri Hits:2671

 Giovanni Sgro’

 

Il profilo di biografia intellettuale di Marx a firma di Roberto Fineschi (Marx, Brescia, Scholé, 2021, 183 pp., ISBN 978-88-284-0296-1) si presenta esteriormente come un volumetto agile e “leggero” ma, già a una prima lettura, si rivela essere una miniera di spunti critici e di proposte ermeneutiche, in cui si condensa un confronto più che ventennale con l’opera di Marx e con la relativa letteratura critica.

      Alla base di questo così come di tutti gli altri lavori di Fineschi vi è quel «fondamentale passaggio storico-esegetico» (p. 13) rappresentato dalla nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels in lingua tedesca, la Marx-Engels-Gesamtausgabe, di cui Fineschi stesso è stato ed è in Italia uno dei maggiori conoscitori e “divulgatori”.

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Domenico Losurdo e la sfida di un materialismo storico per il XXI secolo

Categoria: Libri Hits:1814

 

Sabato Danzilli

 

La raccolta di saggi contenuta in Domenico Losurdo tra filosofia, storia e politica, pubblicata da La scuola di Pitagora, a cura di Stefano Giuseppe Azzarà, Paolo Ercolani ed Emanuela Susca, offre una panoramica completa dei principali interessi della ricerca di Domenico Losurdo, con interventi da parte dei suoi collaboratori più stretti e di alcuni colleghi. Il filosofo pugliese, scomparso quasi tre anni fa, è stato tra i più importanti pensatori della sinistra italiana degli ultimi decenni, e la sua influenza si estende sempre più sul piano internazionale.

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Antonio Gramsci, se insegnare è un’arte

Categoria: Libri Hits:1291

 

Lelio La Porta *

 

La parola contaminazione suscita, già al solo pronunciarla, sudori freddi che scorrono lungo il corpo di chi ascolta in quanto evoca epidemie, catastrofi e cataclismi. Ci sono casi in cui, al di fuori della terminologia medica, però, la contaminazione riesce a rendere perfettamente il senso di una dialettica profonda che consente ad un pensiero in embrione di svilupparsi e di prendere consapevolezza di sé e delle sue potenzialità fino alla definitiva maturazione. È il caso di Antonio Gramsci in rapporto alla tematica della formazione dell’uomo così come viene affrontata nel libro di Chiara Meta, Il soggetto e l’educazione in Gramsci. Formazione dell’uomo e teoria della personalità (Bordeaux, Roma 2019, pp. 185, €. 14,00).

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte II)

Categoria: Saggi Hits:2446

 

Paola Pavese

 

Appunti per un manuale

I Pionieri del Futuro. Le attività per fasce d’età

Tutti bambini e i ragazzi dai 7 ai 13 anni possono diventare Pionieri del Futuro, una volta che abbiano aderito all’ Invito dei Pionieri (vedi più avanti). Le attività saranno però diverse per i bambini fino agli 11 anni, rispetto a quelle dei ragazzi più grandi. I più grandi aiuteranno le attività dei piccoli e si dedicheranno con maggior approfondimento ad attività di impegno sociale, anche a carattere internazionale.

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Pionieri del futuro. Una proposta pedagogica comunista (parte I)

Categoria: Saggi Hits:5309

© Paola Pavese

 

Premessa

Questo opuscolo è un’introduzione, non certo esaustiva, ad alcuni riferimenti teorici della pedagogia marxista e alla storia dei Pionieri d’Italia.

Ma è soprattutto un manuale, in cui ho immaginato una possibile organizzazione per bambini e ragazzi, a cui ho voluto dare un nome, che mi è sembrato bellissimo: Pionieri del Futuro. Per scriverlo ho seguito le orme di Gianni Rodari e del suo Manuale dei Pionieri, che a leggerlo pare anch'esso un esercizio di fantasia, basato su un qualche testo che l'autore pare avere sotto gli occhi. Ovviamente, fare esercizi di fantasia seguendo le orme di Rodari viene facile, direi che viene quasi automatico, ed è probabile che in più di un'occasione mi sia fatta trascinare dall'entusiasmo.

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Marxismo e intercultura

Categoria: Saggi Hits:5214

Donatello Santarone*

 

Gli studi interculturali sono molto vasti, un enorme contenitore dove convivono prospettive scientifiche e culturali spesso opposte. C’è un’intercultura “aziendalista” (e persino “militarista”) che vuole conoscere il cosiddetto “altro” per meglio colonizzarlo (un po’ come i primi antropologi al servizio degli eserciti coloniali nell’800): è una visione tutta strumentale della relazione con i paesi e i popoli del Terzo e Quarto Mondo, finalizzata esclusivamente alla dimensione mercantile del rapporto.

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Possibilidades Lenineanas para uma Paidéia Comunista

Categoria: Saggi Hits:3610

Antonio Carlos Mazzeo

 

I. Os Pressupostos

A preocupação em abrir o debate sobre a conexão entre educação e socialismo nas universidades brasileiras é muito relevante. Até por que, nada mais conectado e articulado do que aprendizado, educação e socialismo. Recuperar esse vínculo já vale um evento como este. Recentemente participei de um seminário na Faculdade de Educação da Unesp/Marília intitulado Marx, Gramsci e Vigotsky: Aproximações, do qual resultou um livro com as palestras proferidas, onde está publicada minha intervenção no evento , uma prazeirosa experiência, pois raramente tenho a oportunidade de dialogar com pedagogos estando, na maioria do tempo, restrito à minha área de Ciências Sociais e de Historia.

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Cile anni Ottanta: i ragazzini contro la dittatura

Categoria: Articoli Hits:92

 Nunzia Augeri

 

Nei paesi d’America Latina l’estate del 1973 era densa di sospetti e di apprensioni. Il governo di Unidad Popular, guidato da Salvador Allende, aveva introdotto la riforma agraria, la nazionalizzazione delle miniere di rame e aveva intrapreso rapporti di amicizia con paesi socialisti, Cuba in primo piano. Tutto questo, e perfino alcune misure elementari di aiuto per i meno fortunati - come il bicchiere di latte che la scuola offriva ai bambini - aveva suscitato l’allarme e risvegliato l’anticomunismo delle forze reazionarie appoggiate dagli Stati Uniti.

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Il Rule-based international order (RBO): fondamento del dominio unipol …

Categoria: Saggi Hits:715

Michela Arricale e Fabio Marcelli *

 

Il concetto di Rule-Based International Order (RBO) è emerso come centrale nel panorama delle relazioni internazionali. Negli ultimi anni viene sempre pi spesso evocato da parte dei leader occidentali, ed in particolare dagli Stati Uniti. Questo articolo si propone di esplorare la natura e le implicazioni di questo concetto, anche in relazione all’opposto concetto di International Legal Order (ILO).

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BRICS, l’acronimo si fa progetto

Categoria: Articoli Hits:167

Fabrizio Casari*

 

Sotto la sigla BRICS, si è riunito a Johannesburg un consesso che, con i nuovi entrati - Iran, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Argentina, Eritrea ed Etiopia - dal 1° gennaio del 2024 rappresenterà il 47% della popolazione mondiale e il 37% del PIL planetario. Se si pensa che alla sua nascita, nel 1995, rappresentava solo il 16,9 del PIL, che nel 2010 arrivò al 26,1, si capisce come l’incremento sia inversamente proporzionale a quello del G7, che è passato dal 66% del 1990 al 46% di oggi.

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Ucraina e pace. Se non ora quando?

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Fabio Marcelli *

 

Stupisce e nello stesso tempo provoca ribrezzo la caparbietà autolesionista con la quale il gruppo dirigente ucraino creato a tavolino, foraggiato e diretto da NATO e Stati Uniti, si ostina nel rifiuto di prendere atto del fallimento delle sue vaneggiate controffensive, istigando il popolo ucraino a resistere fino all’ultimo, come se il nemico fosse alle porte di Kiev.

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Perù: le ragioni storiche della sollevazione, le proteste in corso e …

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Josè Inga*

  

Le radici storiche della resistenza dei popoli andini

La fase espansionista europea, più di 500 anni fa, fu condotta in Sud America da persone spregiudicate e sanguinarie assetate di bramosia di conquista, di ricchezze e di potere.

Quando leggiamo la storia delle grandi rivoluzioni compiute successivamente in Europa, ciò è stato grazie alle idee di rivendicazione e difesa delle loro terre e della loro identità che la sete di giustizia, la resistenza di un popolo soggiogato e la scomparsa della nostra millenaria stirpe che si sono diffuse grazie al nostro grande Tupac Amaru II: “tornerò e saremo milioni”[1]. Questi movimenti nelle Ande hanno portato gli Europei a un alto grado di risveglio e a compiere quelle grandi rivoluzioni che conosciamo oggi.

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L’intelligenza artificiale è qui e lotta contro di noi

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Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

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Incurabili! Marx non c’entra proprio nulla con la Scienza?!?

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 Angelo Baracca

 

Due anni fa ricorreva il duecentesimo centenario della nascita di Karl Marx e giustamente il mondo intero fu inondato da una marea di commemorazioni, incontri e convegni di tutti i tipi e i livelli. Nel corso di queste manifestazioni io fui colpito dal fatto che in nessuna delle iniziative di cui venivo a conoscenza compariva neanche per caso la parola Scienza: ergo, il messaggio è per il colto e l’inclita – ma molto più negativamente per tutt* i compagn* – che il marxismo ha a che fare con la politica, l’economia, la società, ma non ha nulla a che fare con la Scienza (uso volutamente la maiuscola).

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“The Donald” scopre la Luna

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Gennaro Chiappinelli, Massimiliano Romanello

 

Il leggendario filosofo turco Nasreddin Hoca narra di un uomo che, vedendo la Luna riflessa nell’acqua in fondo ad un pozzo, cercò di recuperarla e restituirla al cielo per mezzo di una fune. La fune rimase impigliata ad una roccia sporgente e l’uomo, cadendo all’indietro per l’inutile sforzo, si compiacque nel vedere che la Luna era effettivamente tornata al suo posto.

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Migrazioni climatiche

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Andrea Vento

 

Il genere umano, sin dall'epoca preistorica, è sempre stato interessato da spostamenti, su scala più o meno ampia, generati da una vasta gamma di motivazioni, fra le quali principalmente: la ricerca di nuove terre, l'aspirazione verso migliori condizioni di vita, l'espansione coloniale, la fuga da guerre, persecuzioni e discriminazioni varie ed anche da fenomeni naturali avversi quali catastrofi e cambiamenti climatici. Numerosi sono i casi storici di movimenti di interi popoli o di parte di essi sospinti da fenomeni naturali, in quanto le migrazioni hanno da sempre rappresentato una fondamentale strategia di adattamento ai mutamenti climatico-ambientali. Nonostante ciò, l'elite politica mondiale e i media internazionali non hanno, sino a pochi anni fa, prestato particolare attenzione a questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, invece, dalla fine del scorso secolo ha mostrato crescente interesse sia verso lo studio dei cambiamenti climatici che delle sue conseguenze, come l'impatto sui flussi migratori.

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Un’adolescente nel Cile di Pinochet

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Claudia Reyes Allende

 

Nella primavera del 1972 un gruppo di giovani attori percorreva via Lastaria, nel centro di Santiago, e per attrarre l’attenzione su un loro spettacolo teatrale scandivano in coro: “Sin sosten y sin calzon, viva la revolucion!” (Senza reggiseno e senza mutande, viva la rivoluzione). Mi misi a correre dietro a loro, unendomi al coro. In quel momento, quando avevo 6 anni, diventai a mia insaputa femminista e rivoluzionaria.

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L’eredità di Togliatti a 59 anni dalla morte

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Francesco Violante *

«Quando si sbaglia nell’analisi si sbaglia anche nell’orientamento politico»

(P. T., Lezioni sul fascismo)

 

Moriva il 21 agosto 1964 a Jalta, in Unione Sovietica, Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano.

Delle molte lezioni che la biografia intellettuale e politica di Togliatti offre, vorremmo qui richiamarne solo alcune. In primo luogo, la consapevolezza che nessun compromesso sia possibile tra l’essere un rivoluzionario e un intellettuale avulso dalla realtà; una consapevolezza che, attraverso un momento di crisi interiore, tra 1922 e 1923, e poi lungo l’esperienza nel Comintern, in Spagna e tra Italia, Francia e Unione sovietica, forgia nel momento della caduta del fascismo un comunista che rende la «via italiana al socialismo» e il «partito nuovo» due elementi fondamentali della Repubblica.

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"Indagine su Picelli": un’importante ricerca di Franco Ferrari

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Sergio Dalmasso

 

Guido Picelli è l'eroe delle barricate di Oltretorrente, a Parma, dove nell'agosto del 1922, le squadre fasciste, capitanata da Italo Balbo, subiscono una delle poche sconfitte sul campo.

Nato nel 1899, orologiaio, attore, interventista, partecipa alla guerra mondiale nella Croce Rossa, vi. Nel 1920 si oppone all'invio di militari italiani in Albania ed è arrestato. È allievo dell'Accademia militare. Nel 1921 è eletto parlamentare per il PSI. Nel 1922 passa al PCd'I, con la corrente dei Terzinternazionalisti. Nell'agosto 1922, è l'anima delle barricate parmensi, nella convinzione che l'unità (socialisti, comunisti, anarchici...) negli Arditi del popolo sia l'unico strumento per opporsi alla marea fascista.

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La pace innanzitutto. La politica internazionale del PCI nei discorsi di Enrico Berlinguer

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 Alessio Soma

 

La curatela di Alexander Höbel, che ha raccolto e arricchito con un corredo di note introduttive, i discorsi di politica internazionale di Enrico Berlinguer pubblicati nel libro La pace al primo posto. Scritti e discorsi di politica internazionale (1972-1984), Donzelli Editore, aprile 2023, rende ora possibile ripercorrere le tematiche al centro della politica estera del PCI.

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Samir Amin: per una critica dell’eurocentrismo

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 Giorgio Riolo*

 

Samir Amin rientra tra coloro i quali più si sono attenuti alla feconda interazione e al reciproco sostanziarsi di teoria e di storia, di astratto e di concreto, di conoscenza e di realtà fattuale storico-sociale. È il suo un contributo di grande valore per dare coerenza teorica e categoriale a questo materiale empirico, reale. È in lui soprattutto la feconda interazione e la stretta interdipendenza di impegno politico militante e di necessaria riflessione teorica e culturale. La quale riflessione teorica e culturale era concepita da Amin non come semplice orpello.

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