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Roberto Morea, Mattia Gambilonghi, Alessandro Tedde
(Introduzione al volume La sinistra radicale in Europa. Memoria, sfide, prospettive, a cura di Roberto Morea, Mattia Gambilonghi, Alessandro Tedde, Transform! Europe, 2020, http://bit.ly/sinistra-radicale-in-europa)
All’indomani del crollo del blocco sovietico, molti ambienti politici e culturali avanzarono l’idea che la comunità politica di milioni di persone che fino a quel momento si era raccolta attorno ai partiti comunisti europei dovesse iniziare un processo di transizione che la conducesse verso una nuova identità democratica, genericamente progressista e interclassista: il XXI secolo non avrebbe più dovuto conoscere una rappresentanza autonoma dei lavoratori che il movimento operaio aveva coltivato in due secoli di lotte anche grazie al contributo del marxismo e della cultura comunista.
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Jacques R. Pauwels *
Nel 1914, la gran parte, se non la totalità, degli stati europei non erano democrazie allo stato pieno, ma continuavano ad essere oligarchie, governate da una classe superiore che era una “simbiosi” tra una aristocrazia di proprietari terrieri (in alleanza con una Chiesa cristiana) e una borghesia (ossia una classe medio-superiore) di industriali, banchieri e simili. In Gran Bretagna e in Belgio il suffragio universale non era ancora arrivato, ragion per cui le classi superiori detenevano saldamente il potere.
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Angelo Baracca *
Siamo un popolo che ride e che sa essere drammatico al momento opportuno, che sa fare un passo avanti per risalire le vette più alte della dignità e della generosità verso gli altri, con il nostro internazionalismo, quello che ci ha insegnato Fidel e con questa pandemia che ha dimostrato che il popolo cubano è coerente, educato e che, se si verificano degli atti di indisciplina, il popolo stesso le condanna
Io sono davvero orgoglioso di essere cubano per tutto questo che ho detto perché in questo momento Cuba, il governo e la medicina cubana stanno dimostrando che siamo all’avanguardia dell’umanesimo, con una dedizione e una solidarietà incredibili che si rendono evidenti in tutto il mondo con la medicina, con i medici e gli infermieri fuori di Cuba, ma anche con tutto quello che si sta facendo qui …
[http://www.cubainformazione.it/?p=53194. Miguel Barnet]
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Yuri Di Liberto
- Sulla fobia del potere
Rivolgendo uno sguardo ricognitivo al lessico della filosofia dopo la fine del socialismo reale, dopo la caduta del muro di Berlino, ma - in realtà - già a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, non si può fare a meno di notare come le parole d’ordine della vecchia filosofia (rivoluzione, partito, contraddizione, lotta di classe ecc.) siano state lentamente sostituite da un lessico ad esse complementare, ma talvolta con esse incompatibile. Una certa insofferenza per il fantasma di Stalin, nonché un certo imbarazzo per l’adesione di tanta intellighenzia mitteleuropea al progetto comunista, hanno fatto sì che lo scibbolet, la parola d’ordine, del pensiero filosofico-politico post-Unione Sovietica diventasse - e lo è tuttora - quella del ritiro.