Francesco Schettino

 

[Ringraziando l’autore per avercelo segnalato, riproponiamo questo testo, pubblicato da “La Contraddizione online”, 2017, n. 24, poiché, pur non condividendone tutte le valutazioni, lo consideriamo un contributo di grande interesse e di estrema attualità a fronte delle persistenti tendenze politiche regressive che accompagnano una crisi economica anch’essa persistente e sempre più chiaramente sistemica.]

 

9 novembre 2016: una data che difficilmente sarà dimenticata negli anni che verranno. Media europei e giornali di tutto il mondo hanno osservato con un malcelato sgomento l’elezione di Donald Trump alla presidenza dello stato capitalista più potente al mondo, gli Usa.

di Salvatore Ritrovato

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.

Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

scendono all’Adriatico selvaggio

che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti

alpestri, che sapor d’acqua natia

rimanga né cuori esuli a conforto,

che lungo illuda la lor sete in via.

Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,

quasi per un erbal fiume silente,

su le vestigia degli antichi padri.

O voce di colui che primamente

conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina

La greggia. Senza mutamento è l’aria.

Il sole imbionda sì la viva lana

che quasi dalla sabbia non divaria.

Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io co’ miei pastori?

 

Andrea Vento *

 

La sollevazione popolare scoppiata il 3 ottobre in Ecuador a seguito dell'approvazione da parte del presidente Lenin Moreno del Paquetazo, il pacchetto di misure economiche daraconiane imposto dal Fmi a seguito della concessione nel marzo scorso di un prestito di 4,2 miliardi di dollari, rappresentano l'inevitabile conclusione di un percorso iniziato negli anni precedenti.

 

Alberto Negri


In poche parole una parte del Rojava si prepara a diventare la nuova «casa» dei jihadisti dell’Isis, di Al Qaida e di altri gruppi estremisti che in questi anni, di volta in volta, si sono alleati anche con la Turchia. L’obiettivo di Erdogan è creare un «Muro» jihadista e integralista che si oppone ai curdi e possa essere poi manovrato anche per insidiare la rioccupazione di territori da parte di Assad.

Salvatore Tinè

 

C'è un passo della risoluzione sulla memoria storica, approvata dal Parlamento europeo il 20 settembre 2019 che non dovrebbe sfuggire ed è il seguente: "L'integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all'Olocausto, e all'espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell'Europa centrale e orientale, nonché un mezzo per superare profonde divisioni e ostilità in Europa attraverso la cooperazione e l'integrazione, ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul continente".

 

Angelo Baracca e Marinella Correggia (*)

 

Ci fu chi parlò di «seconda superpotenza mondiale»: il 15 febbraio 2003 milioni di persone scesero in piazza in quasi tutti i paesi del pianeta, simultaneamente, per dire no alla guerra di Bush Blair e valvassori contro l’Iraq, «no alla guerra per il petrolio e per gli affari». Quell’esperienza di rivolta pacifica planetaria, epica ma senza successo (non fu fermata nemmeno una bomba), non si è ripetuta in occasione di successive guerre di aggressione diretto o per procura, né per altre emergenze, ambientali e sociali.

 Alexander Höbel

 

1. La mozione “sull’importanza della memoria” (un titolo davvero beffardo!) approvata dal Parlamento europeo (http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2019-0021_IT.html?fbclid=IwAR1SXG9LdawEm5UJCsKNefH8QD6Y_nFknuvzprUdpPom4cgCJ9S1yjxz8Gw) coi voti di gran parte dell’emiciclo (compresi quasi tutti i rappresentanti del Pd, tra cui quel Giuliano Pisapia che come "criminali" comunisti contribuimmo a eleggere alla Camera nelle liste del Prc) costituisce un documento di estrema gravità, il cui significato non può essere sottovalutato.

Jacques Pauwels

 

In un’opera di grande valore che porta il titolo 1939 : L’alleanza che non si fece e l’origine della Seconda Guerra Mondiale, lo storico canadese Michael Jabara Carley descrive come, nella seconda metà degli anni Trenta, l’Unione Sovietica cercò ripetutamente, ma alla fine fallì nei suoi tentatvi di concludere un patto di mutua sicurezza, in altre parole un’alleanza difensiva, con Gran Bretagna e Francia. L’accordo proposto era inteso a contrastare la Germania nazista che, sotto la guida dittatoriale di Hitler, si stava comportando in modo sempre più aggressivo ed era sul punto di coinvolgere un numero crescente di paesi, tra i quali Polonia e Cecoslovacchia, che avevano ragione di temere le ambizioni tedesche. Il protagonista di questo approccio sovietico nei confronti delle potenze occidentali era il ministro degli affari esteri, Maxim Litvinov.

Toogle Right

Condividi

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.