La povertà assoluta torna a crescere e raggiunge il valore più elevato dal 2005

Le stime preliminari relative al 20201, diffuse dall'Istat il 4 marzo u.s., indicano valori dell’incidenza della povertà assoluta in crescita, sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%), con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%) che si attestano a 5,6 milioni. Nell’anno della pandemia si azzerano i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo quattro anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi avviatasi nel 2008, quando l’incidenza della povertà assoluta familiare era inferiore al 4% e quella individuale era intorno al 3%. Pertanto, secondo le stime preliminari Istat relative al 2020, la povertà assoluta raggiunge, in Italia, i valori più elevati dal 2005, vale a dire da quando è disponibile la serie storica per questo indicatore (figura 1).

Il Gruppo di ricerca interuniversitario “Domenico Losurdo”, afferente al Dipartimento di studi umanistici dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, bandisce – assieme all’Istituto italiano per gli studi filosofici, all’Internationale Gesellschaft Hegel-Marx für dialektisches Denken e alla rivista “Materialismo Storico” – un concorso per l’attribuzione di tre premi destinati a studiosi e ricercatori autori di monografie, tesi o saggi inediti che si confrontino con il pensiero, l’opera e il metodo di Domenico Losurdo.

 Jacques Pauwels

 

La Rivoluzione francese non fu un semplice “evento” storico, ma un processo lungo e complesso all’interno del quale si possono identificare diverse fasi. Alcune di queste, comprese le importanti fasi iniziale e finale che indicheremo in seguito, furono di natura più contro-rivoluzionaria che rivoluzionaria. E, per quanto riguarda gli stadi veramente rivoluzionari, è possibile individuarne due.

 Vincenzo Vita*

 

Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, lotta da anni per l’affermazione dei diritti delle palestinesi e dei palestinesi. Ha denunciato a il manifesto (eccezione alla regola, insieme ad Avvenire) il silenzio dell’informazione su di un capitolo cruciale della terza guerra mondiale diffusa di cui parla spesso il Papa di Roma Francesco. E, è il caso di dire, a dispetto dei santi.

 Rodrigo A. Rivas

 

Mercoledì 29 aprile 2021 la popolazione è scesa per strada per protestare contro una riforma tributaria che aumentava l’IVA per tutti i beni di largo consumo. Il governo ha risposto con i militari. La polizia ha sparato contro i manifestanti. Fino a martedì 3 maggio, sono stati documentati 940 casi di abusi della polizia, c’erano almeno 24 morti, 87 scomparsi e 846 feriti.

Giorgio Caredda * 

 

Accetto volentieri l’invito di strisciarossa a proseguire la discussione avviata da Piero Di Siena sugli Istituti culturali (qui il suo articolo).
Ho esaminato la documentazione intanto disponibile poiché ho trascorso buona parte della mia vita a studiare nelle biblioteche e negli archivi (italiani e di altri paesi europei) e mi sono spesso avvalso degli Istituti culturali inseriti in questa tabella. Si tratta di biblioteche e archivi a cui fanno ricorso abitualmente studiosi e ricercatori non soltanto italiani e certamente la quasi totalità dei miei studenti universitari.

 

Vincenzo Vita *

 

E’ maturato il varo da parte della Commissione europea di un testo volto a disciplinare i confini dell’intelligenza artificiale. Si tratta, ovviamente, dell’inizio di un percorso, che porterà ad un Regolamento impegnativo e certamente inedito.

Chi legge potrebbe utilmente obiettare che sarebbe un buon risultato avere l’intelligenza normale. Già. Ma il tempo digitale incombe e ci impone di cambiare profondamente i nostri modelli cognitivi, l’approccio ad una realtà di cui la componente virtuale è un ingrediente fondamentale.

 

Stella Livantesi *

 

La crisi climatica e il collasso ecologico sono realtà. Eppure, per agire, non basta riconoscerlo, è necessario andare alle radici di fenomeni intrinsecamente legati tra loro.

Nel suo libro Siamo ancora in tempo! (Il Saggiatore), l’antropologo economico Jason Hickel individua la causa delle crisi nell’espansione perpetua del capitalismo che sta devastando il pianeta.

Abbiamo intervistato l’autore per comprendere meglio dinamiche e conseguenze del paradigma economico attuale e per approfondire la prospettiva di un mondo postcapitalista.

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