Mario Cermignani

 

Processo rivoluzionario, questione della proprietà e Stato socialista. La visione marxista ed il ruolo del Partito comunista

Alla base della teoria marxista dello Stato vi è la contraddizione ultima ed insanabile (che, nella logica “dialettica” del reale, costituisce il fondamento oggettivo della necessaria e razionale evoluzione socialista del processo storico) fra sviluppo delle forze produttive della società e rapporti di produzione/proprietà capitalistici: cioè l'inconciliabile contrasto, scoperto dalla scienza marxista, tra l'oggettiva e progressiva “socializzazione” (interconnessione/correlazione/interdipendenza generale e “collettiva”) della produzione, della capacità e dei processi lavorativi, da un lato, e, dall'altro, i rapporti di appropriazione “privata”, da parte di una esigua minoranza dell'umanità, del prodotto sociale generato dal medesimo lavoro collettivo.

 

Mattia Gambilonghi *

 

Introduzione: autogoverno dei produttori e governo dell’economia nella strategia del comunismo italiano

L'ipotesi di riforma dello Stato che muove il PCI e il suo progetto riformatore, così come la sua concezione di democrazia mista – che vede la dimensione generale e rappresentativa rapportarsi alla base con una ricca articolazione di momenti ed istituti democratici (dai consigli di quartiere ai consigli di fabbrica, passando per le nuove forme di rappresentanza all'interno del mondo della scuola ottenute agli inizi dei Settanta) – delineano un preciso modo di essere della programmazione economica e del governo dell'economia che ha il suo fulcro nel concetto di autogoverno dei produttori.

 Nunzia Augeri

 

In questi tempi risulta piuttosto difficile parlare di Unione Europea: il prestigio e il favore di cui il progetto europeo godeva un tempo sembrano dissolti, lasciando delusione e rancore verso i “burocrati di Bruxelles”; un lungo processo di insoddisfazione che si è sviluppato negli anni attraverso varie tappe, che iniziano con la moneta unica, proseguono con l’allargamento ai paesi dell’Est, con il rifiuto di vari paesi per quella che doveva essere la “Costituzione europea” ed è il Trattato di Lisbona, con l’imposizione dell’austerity e del fiscal compact, il trattamento inflitto alla Grecia e infine la telenovela della Gran Bretagna che deve uscire ma non esce mai.

 Alessandra Ciattini (Sapienza – Università di Roma)

 

Premessa

In un mondo, nel quale a detta di alcuni, stiamo assistendo al trionfo della cosiddetta post-verità, in cui siamo intrisi sino alle midolla di ideologie invisibili che si presentano come l’effettiva rappresentazione dei fatti, in cui il paese più potente del mondo legge la storia attuale e futura come il dispiegamento del “secolo americano”, in cui trova spazio l’estremismo islamico, in cui risorge il populismo neofascista e neonazista, non possiamo in nessun modo accantonare la nozione di ideologia.

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