Andrea Vento

 

Un'agenda complessa e ambiziosa che potrebbe gettare le basi per la ridefinizione dell'architettura finanziaria internazionale basata sul dollaro

 Stephen Joseph Scott*

 

Gli Stati Uniti hanno da sempre, sin dalla propria fondazione, considerato l’annessione dell’isola caraibica di Cuba come un evento predeterminato; una conclusione prestabilita, e un inevitabile geografico. Capi di Stato, da Thomas Jefferson a James Monroe a John Quincy Adams, condivisero la convinzione, che la vicinanza di Cuba suggerisse un destino manifesto. Dalla metà del 19° secolo, la posizione degli Stati Uniti nei confronti di Cuba fu resa evidente dall’allora Segretario di Stato John Clayton: “Questo governo”, dichiarò, “è risolutamente determinato che l’isola di Cuba non potrà mai essere ceduta dalla Spagna a nessun altro potere che gli Stati Uniti.”

 

Alessandra Ciattini *

 

Per alcuni viviamo in una fase storica radicalmente nuova – cosa di cui era fortemente convinto, come si vedrà, l’autorevole Zbigniew Brzezinski - che ha scavato un abisso con la fase storica precedente, caratterizzata dalla presenza consistente nei paesi occidentali dello Stato del benessere, dalla crescita economica, dalla forte presenza della grande industria anche di Stato, dall’esistenza di ben radicate organizzazioni di massa (partiti e sindacati).

 

Jacques Pauwels*

 

Introduzione

La Germania nazista era un colosso militare e sconfiggere la bestia era un compito erculeo che non avrebbe mai potuto essere condotto a termine singolarmente da nessuno dei suoi nemici. L'impresa riuscì, ma solo a capo di molti anni di battaglie. Richiese sforzi sovrumani da parte di tutti i paesi coinvolti nel titanico conflitto contro Hitler e il suo nazismo, ossia una varietà tedesca di fascismo, e le altre dittature fasciste che si erano allineate con la Germania, come quella di Mussolini.

Toogle Right

Condividi

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.